1. In Caserma

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    4 giugno 2013

    Al maggiore Ugo de Carolis la caserma é dedicata.
    Odore di frittura di pesce e una piccola sala d'attesa con poche poltroncine macchiate color acquamarina.
    Aspettiamo in quattro.
    Un uomo anziano, dall'aria confusa, si stufa del caldo opprimente e fa per entrare nell'ufficio dell'appuntato senza attendere di essere chiamato.
    Il carabiniere reagisce: "Come ti permetti di entrare qui! Lo sai che ti devo chiamare io, Benito!".
    Il vecchietto reagisce alzando la voce, pare voglia tentare minacce alla mafiosa in romanosardo. Il carabiniere dev'essere abituato alla sua presenza, perché sembra non prestargli troppa attenzione; risponde a mezza bocca e dopo poco lo fa entrare.
    Il vecchietto deve firmare. é in libertà vigilata.
    Non uno che lavora qui non viene dal Sud Italia.

    Edited by Mannaiaalleminne - 13/7/2013, 11:41
    Last Post by Zelig il 10 July 2013
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  2. Diario di viaggio. Augusta

    Diario di viaggio- Augusta
    10 aprile 2002

    Mi trovo in provincia di Siracusa, a trovare mia cugina. La sua famiglia vive in una casa un po’ fuori mano, all’interno di un comprensorio che da fuori sembra una felice isola di tranquillità ovattata lontano dagli “affanni” della città, una “mulinobianco city” piena di quel sole che ristora le membra di noi cittadini di grandi metropoli.
    Da quando sono venuta a conoscenza dei soliti luoghi comuni ho cominciato a preoccuparmi per quella bimba così solare, beneducata e all’antica: avevo paura che con la crescita avrebbe perso il candore che i suoi genitori avevano tanto bene preservato, ero convinta che avessero studiato nei particolari un modo per far sì che lei e suo fratello venissero su come i migliori dei pargoli, tanto “bravi” e felici di esserlo quanto ignari della realtà circostante, specialmente quella a loro più direttamente vicina, quella di una Sicilia degradata ancora nel XXI secolo. Solo ora mi rendo conto che, anche se conosco poco i miei cugini e ormai li vedo ancora di meno, hanno sempre mantenuto e manterranno quell’integrità che da piccola chiamavo provincialismo grazie ai valori custoditi dentro di sé, i quali ,se ben radicati come i loro,sono “duri a morire”.
    Con il bagaglio di convinzioni che al tempo avevo, mi immergo nella realtà di quella famiglia, accogliente, serena, in un momento che non potrebbe essere più rappresentativo: la visita dei parenti durante le vacanze di Pasqua… quale occasione migliore per sfoderare le nostre arti di edulcoramento delle cose attraverso una felicità forzata? Ma senza generalizzare né vedere marcio ovunque, qui stavo parlando d’altro.
    Siamo venuti per stare una settimana, tempo nel quale ho modo di conoscere gli amici di mia cugina e la loro vita quotidiana, le riunioni pomeridiane davanti al cancello, le scampagnate alla scogliera odorosa di vegetazione mediterranea dove ci si cimenta in gare di tuffi, i giri in tre in motorino senza casco per le strade sterrate e gli spazi brulli che circondano il comprensorio, lo scenario, tra i palazzi in costruzione, degli sprazzi di spiaggia che si intravedono tra una colonna e l’altra della raffineria di Priolo, nuova venuta, che ha certamente deprezzato le case a causa del mancato panorama.
    Sono piccola, ingenua. Mi godo le vacanze, mi sento orgogliosa perché sono la nuova venuta, direttamente dalla capitale, sono quindi fonte di curiosità e attenzione, questo mi piace un sacco. Posso atteggiarmi un po’ e la cosa non mi dispiace affatto; quando mi portano , la sera, ad una delle loro festicciole autorganizzate per i pochi ragazzi del comprensorio mi diverto a ballare e sento gli occhi delle altre ragazze su di me, stupite dalla mia mancanza di timidezza, e penso che si veda la differenza tra di noi, che attribuisco al loro ondeggiare goffamente mentre io mi muovo con una certa qual esperienza(secondo la mia percezione sbruffona, chiaro, magari invece nessuno pensa nulla di tutto ciò)....

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    Last Post by Zelig il 9 July 2013
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