Replying to Pensieri su di un bar da una ragazza maleducata di buona famiglia

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  1. Posted 10/7/2013, 08:29
    Venerdì 5 luglio 2013 – Bar Revenge, viale Manzoni


    Caffè freddo in un bar gestito da una coppia di cinesi che si chiama “Revenge”, e mi parte l’idea che sia alla faccia dell’altro bar più grande e frequentato che sta proprio sopra l’uscita della fermata della metro come un’oasi d’aria condizionata dopo il monte delle scale mobili.
    E comunque, questo caffè freddo di Shangai, a me che il caffè freddo non m’è mai piaciuto, sembra ottimo.
    A un tavolino in tovaglietta blu alla mia sinistra, un uomo in jeans e occhiate tra l’ansioso e l’imbarazzato tenta un paio di partite alla slot machine.
    Hai capelli sale e pepe, un enorme orologio col cinturino verde acido e lo sguardo ora completamente assorto verso lo schermo colorato.
    Rigira la pila di gettoni nella mano come strofinasse stile rituale la palla prima del lancio decisivo nei film sul baseball.
    Gianna Nannini su Radio Subasio ci ricorda che neanche il più grande degli artisti può produrre solo capolavori vita natural durante.
    Qualcuno dovrebbe dirlo a Woody Allen.
    Lo scroscio di gettoni contro la lamiera attira la mia attenzione; l’uomo sa il fatto suo a “Eggstra Fowl play”.
    In tutto questo non è da tralasciare la restante clientela del Revenge.
    A parte turisti e passanti sfiniti che entrano ed escono per acque o ghiaccioli, all’altro capo del locale in un tavolino solitario, siedono senza avere l’aria di doversi curari di affari impellenti altri tre avventori, la cui terra di origine non mi é del tutto chiara. Uno dei tre è senza dubbio sudamericano, quei tratti caratteristici come se la Cordigliera glieli avesse marcati addosso.
    Bevono birra e sul tavolo c’è anche qualcosa di scuro con ghiaccetti che pare amaro o simili.
    Guardano i passanti. Ogni tanto scoppiano in risate complici, ma che mi danno l’impressione di avere un qualche retrogusto di triste.
    L’andino, che mi aveva guardato al mio ingresso nel bar, trova una sorta di scusa per avvicinare gli occhi alla tasca posteriore dei miei shorts quando devo passargli vicino per andare verso il bagno.
    Proprio mentre scrivo queste very ultime parole, sul mio braccio sinistro si spalmano i glutei di una turista di età imprecisata, direi decisamente over 35, che si siede accanto a me con un'amica a prendere un caffé. Come te sbagli, non ce la faccio ovviamente a desistere dall'intromettermi nei loro discorsi riguardo il cenare nel suddetto bar Revenge,nei quali guardano le figure del menù con speranzosa ingenuità. Tento di proporre loro un posto decente dove cenare, che i fatti miei proprio non me li so fare, il tutto in un baretto minuscolo e poco popolato e quindi facilmente udibile dai poveri gestori.
    Non sembrano convinte, comunque se ne vanno.
    Credo che l'uomo alla slot alla fine abbia perso.

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